giovedì 4 giugno 2009

09giugno09 - Se si studia chiusi dentro la propria stanza e non in una pista da ballo ci sarà un motivo. O forse sono io lo scemo che non ha mai aperto un libro sulle le cosce di una cubista. Comunque sia, i fatti sono questi. La casa era vuota, silenziosa e relativamente profumata. Il peso della cultura mi piegava controvoglia sugli appunti del mio prossimo esame quando improvvisamente arriva lei, piccola e tozza come sempre: Zora.

Vagando senza sosta dalla camera allo studio, dallo studio alla cucina si accende nervosamente una sigaretta. Vagando e imprecando senza sosta dalla camera allo studio, dallo studio alla cucina si accende anche la seconda sigaretta.
Il motivo del suo rimbalzare da una stanza all’altra l’ho scoperto quando dal suo zaino ha estratto con un grido di giubilo il (mio) lettore mp3. A questo punto l’ingenuità mi ha giocato un brutto scherzo: ero convinto che una volta ritrovato l’oggetto che stava rumorosamente cercando si sarebbe calmata. Neanche per sogno. Anzi, con le cuffie nelle orecchie si è esibita in uno stonatissimo concerto con tanto di saltelli coreografici.

Se durante questa pantomima non ho perso la calma lo devo solo al buon Dio che è venuto in mio soccorso facendomi balenare in testa, chiaro come l’acqua di Lourdes, il prossimo scherzo per la cara Zora. (…)

1 commento:

Rapida ha detto...

"O forse sono io lo scemo che non ha mai aperto un libro sulle le cosce di una cubista"
Un periodo che m'incanta.
Complimenti per il blog inusuale.