domenica 17 maggio 2009

17maggio09 - Ieri sera ci siamo ritrovati tutti in sala. Eravamo li per caso, questo sia chiaro. Da tanto tempo non accadeva di stare insieme nella stessa stanza, uniti come dal caldo abbraccio di una camicia di forza.

Io ero sul divano, goffamente piegato verso la luce della lampada da tavolo. Leggevo. Davanti a me Beograd, occhi sullo schermo del suo portatile, a giocare con uno sparatutto dei primi anni novanta. Un passo verso la finestra c'era Nice, occhi sullo schermo del suo portatile, sedotto dalla schermata di download di E-mule. Vicino alla finestra Zora, occhi chiusi e cuffie alle orecchie. Si dimenava col sedere incollato alla sedia. Un ballo fatto unicamente dal roteare della testa e dal movimento del prorompente petto. Forse voleva essere sensuale. Neanche a passa parola ho mai visto niente di più orrendo.

Fatto sta che improvvisamente lei, Zora, grida: -Leo! Guarda questo Leo!
Sospiro e alzo gli occhi dal libro. Mi voleva far vedere la scena iniziale di un film.

Sinceramente questi momenti sono la parte più bella della convivenza. Ognuno di noi, magicamente e timidamente -ma nessuno più timidamente di Beograd- ha smesso di fare quello che stava facendo e si è voltato verso il monitor del pc di Zora. Per un'ora e quaranta sembravamo una bella famiglia davanti al film in prima serata.

Arrivati i titoli di coda, mi sono alzato. Ho mollato una loffa terribile e sono andato a dormire.

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