sabato 9 maggio 2009

09maggio09 - E siamo a quattro. Vi comunico ufficialmente che il gentile Beograd non esiste. Beograd il coglione invece abita in via F.C. 12, sesto piano scala B. Faccio questa premessa perché i più buoni di voi giustificheranno la cosa che sto per raccontarvi con il fatto che in questo periodo dell’anno si è tutti più distratti. Stimolato dalla primavera, il nostro corpo si risveglia in un turbinio di ormoni che rimbambiscono totalmente la nostra mente. È scientifico.

Fatto sta che sabato sera eravamo in sala a cenare con qualche amico. A fine pasto Beograd si è alzato in piedi e ha annunciato che sarebbe andato a preparare dei caffè. Bene. Anzi, no: malissimo.

Dopo dieci minuti ancora non aveva portato nemmeno una tazzina. Dopo venti minuti dalle altre stanze non proveniva alcun rumore. Insospettito da questo silente ritardo sono andato a vedere che fine aveva fatto: Beograd in casa non c’era più. Era uscito senza avvertire, senza salutare e senza togliere la caffettiera dal fornello.

Moribonda sulla fiamma, la moka aveva perso il manico -completamente squagliato- così come il "pirolo" che si usa per alzarne il coperchio. Il caffè era completamente evaporato e un denso fumo a forma di teschio vagava per la piccola cucina. Basito e rassegnato ho annunciato agli ospiti che anche la quarta caffettiera era stata uccisa da quel babbeo di Beograd.


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